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Chiesa dei XII Apostoli, un nuovo presepe

Immagine del redattore: Parr. Santi XII ApostoliParr. Santi XII Apostoli

Aggiornamento: 27 set 2021


CHIETI. Un presepe contemporaneo con statue di colore bianco adorna da quest’anno la chiesa dei XII Apostoli allo Scalo. Si tratta del presepe del maestro pennese Stefano Donatello che ha sostituito quello che fino allo scorso anno veniva realizzato all’ingresso della chiesa. Con le statue in gesso alabastrino, il nuovo presepe è una vera e propria opera d’arte. All’autore, figlio d’arte (il padre, Marino Donatello, anch’egli scultore e allievo di Pericle Fazzini) formato all’Accademia di belle arti dell’Aquila, si deve anche il calice che ultimamente viene usato durante le celebrazioni delle messe: entrambe le realizzazioni sono un dono fatto al parroco don Emiliano Straccini. I pezzi che compongono il gruppo sono pochi ed essenziali: Gesù bambino, la Madonna, San Giuseppe, il bue, l’asinello e una stella. La particolarità è che la Madonna e San Giuseppe vengono raffigurati con abiti moderni. «In abiti propri della nostra epoca, non è difficile immaginare Maria e il suo sposo», dice lo studioso dell’arte Massimo Festa, «come nostri concittadini, magari impiegati in qualche stabilimento industriale della Val Pescara che, fino a non molti anni fa, vedeva impiegate tante persone che lavorando hanno potuto costruirsi una casa e creare una famiglia; questa sacra Famiglia è bella perché è una fotografia di quelle delle quali facciamo parte, con le sue croci e le sue gioie. Maria, il cui profilo del volto, sottolineato dai capelli raccolti, ricorda i lineamenti classici di un’Afrodite di Prassitele o neoclassici di una Ebe del Canova, indossa scarpe da operaia. In essa si riesce a ravvisare una di quelle donne che lavoravano alla Iac. Anche Giuseppe indossa abiti contemporanei, è plausibile immaginare le sue mani sporche d’olio lubrificante o di pece, ma i capelli compostamente pettinati restituiscono l’immagine di un uomo dignitoso, forse anch’egli operaio, forse un dipendente della Farad o della Burgo, un buon padre di famiglia che si guadagna il pane duramente e con dignità. Gesù», conclude Festa, «è posto su una culla, quasi un altare che fa di Lui l’Agnus Dei che per amore si dona all’umanità intera». (a.i.)


Fonte: "il Centro"

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